PRIMER – Beetlejuice

PRIMER

“Aaron, non riesco a immaginare un modo
in cui questa cosa possa essere considerata
anche solo lontanamente sicura.
Tutto quello che so
è che ho trascorso sei ore lì dentro
e sono ancora vivo… Vuoi ancora farlo?”
Primer | Recensione film | Screenshot 1

Con Primer siamo di fronte all’indie che più indie non si può. Shane Carruth è regista, produttore, sceneggiatore, montatore e compositore delle musiche del film. E siccome aveva tempo da perdere, ha interpretato anche uno dei due protagonisti. La pellicola del resto aveva un budget ridicolo, si dice settemila dollari, probabilmente usati giusto per pagare i cestini del pranzo. Con queste premesse, nonostante la pellicola affronti il tema dei viaggi nel tempo in modo duro e puro, non poteva non vincere un premio al Sundance  e infatti ne ha vinti due. Ora, io vi avverto: non guardate Primer se già Predestination vi aveva fatto fumare la testa, ma soprattutto non guardateli uno di seguito all’altro. Può finire male, datemi retta.  Il risultato più frequente su internet cercando Primer è la sua timeline, che come vedete non può essere uno spoiler al film a meno che non siate Brian Greene. Nonostante tutta questa antispettacolarità e l’impossibilità di capire tutto alla prima visione, Primer è una pellicola molto intrigante, perché risponde a una delle domande che tutti gli appassionati di fantascienza si fanno ogni mattina “Cosa succederebbe se funzionasse davvero?”

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