Ecco, con Regreso a Moira di Mateo Gil si entra nel vivo della seria Peliculas para no dormir. E se ci riesce è soprattutto grazie alla scrittura, perché Gil è prima di tutto uno sceneggiatore (lo è di quasi tutti i film di Amenàbar). Un modo di scrivere la storia, quello con le due linee temporali separate di decine di anni, che cinematograficamente ha tutte le carte in regola per coinvolgere ed emozionare. Niente di veramente originale per carità, si è già visto un po’ in tutte le salse, anche recentemente in altre serie tv, ma qui decisamente funziona, perché la storia viene frammentata in tanti pezzi di puzzle tra la linea del passato e quella del presente per arrivare a capo della vicenda solo sul finale. Una storia che non è propriamente horror, a meno che per orrore non intendiamo quello propriamente umano, quei crimini di cui si sono sempre macchiati gli uomini e probabilmente sempre si macchieranno.
Ma i lati positivi non sono solo nella sceneggiatura. Anche il casting, l’ambientazione e la regia (Gil all’epoca del resto era già stato assistente alla regia di Thesis e Abres los ojos) sono di buon livello, forse tra i migliori di Peliculas para no dormir. Il difetto più grande, il motivo per cui questo episodio non lo metto in cima alla lista, è paradossalmente proprio a livello di scrittura. E’ una considerazione estremamente personale (come del resto tutto in questo blog, intendiamoci), ma il finale mi sembra non ripaghi di tutto quanto è stato messo in scena prima. E’ un finale da un certo punto di vista molto elegante, con la giusta dose di ambiguità, forse addirittura perfetto nella sua ciclicità, ma che non mi ha colpito come avrei voluto e non mi ha fatto sentire ripagato per l’impegno messo nel seguire la storia. Poco male, in fondo molti la penseranno esattamente all’opposto e comunque Regreso a Moira rimane l’episodio “impegnato” più riuscito della serie (La Culpa di Serrador impegnato lo sarà pure, ma riuscito anche no).
Ecco questo episodio invece mi ha convinto. E’ stato un buon episodio dove ho apprezzato molto la scelta di andare avanti e indietro, mostrando il passato e il presente. Una storia d’amore che presto si trasforma in ossessione. E inoltre apprezzo come abbiamo mostrato l’orrore attraverso le persone, attraverso le malelingue, attraverso i pregiudizi che alla fine hanno portato a quello che è successo. Forse l’apprezzo molto di più a livello di sceneggiatura che di regia, anche se su quest’ultimo punto posso dire che sicuramente superiore a La Culpa.
Sì, assolutamente, questo è un episodio più che dignitoso. Scritto certamente meglio di quanto è diretto (ma comunque per essere diretto meglio dell’episodio di Serrador ci vuole veramente poco 🙂 ). Ho visto che, tra chi si è avventurato a fare una classifica di questa strana serie, c’è addirittura chi lo mette al primo posto. Credo perché in fondo è quello meno “di genere” e quindi per alcuni spettatori è probabilmente il più emozionante.